La blefaroplastica estetica

A cura di Dott. Gian Luigi Zigiotti

La blefaroplastica estetica

Cosa s'intende per blefaroplastica estetica

Con l'aumentare dell'età si realizza una progressiva perdita di tono muscolare e di elasticità dei tessuti. Queste modificazioni avvengono in tempi e con modi diversi nelle varie parti del corpo. Tali alterazioni non riguardano solo la cute ma tutte le strutture anatomiche, con un contemporaneo cedimento anche muscolare, dei legamenti e delle fasce di contenzione anatomica. In particolare, la regione palpebrale è particolarmente sensibile alla caduta di tono dei tessuti. Nella palpebra superiore si ha un aumento della cute, con protrusione del sottostante muscolo orbicolare e del grasso orbitario. Inoltre, s'instaura un progressivo abbassamento del margine palpebrale e, di conseguenza, una riduzione del campo visivo. In questa condizione il/la paziente può lamentare una stanchezza oculare. Nella palpebra inferiore compare un rilassamento del margine palpebrale e si vengono a formare delle caratteristiche borse nella parte inferiore della palpebra.
La blefaroplastica, etimologicamente, è un intervento chirurgico praticato sulla palpebra superiore o inferiore. Spesso, nella stessa seduta si operano sia le palpebre superiori sia quelle inferiori.
Riguardo a quanto affermato inizialmente, ovvero che i segni dell'invecchiamento si accompagnano a disturbi funzionali, oggigiorno consideriamo che un intervento estetico debba prima di tutto ripristinare la funzione e poi interessarsi dei fattori classici dell'estetica, e cioè della rimozione dell'eccesso dei tessuti.
Con l'intervento di blefaroplastica estetica si vuole allargare la rima palpebrale, ridare allo sguardo un aspetto giovanile, rinforzare le strutture di sostegno dei margini palpebrali e asportare infine i tessuti in eccesso.

Motivi per fare una blefaroplastica estetica

La regione degli occhi ha sempre rappresentato il primo impatto che ognuno riceve guardando un'altra persona. Gli occhi “sono lo specchio dell'anima”. In una società, dove i valori di dinamicità hanno un così grande peso nei rapporti lavorativi e sociali, si comprende come un intervento di ringiovanimento degli occhi venga sempre più accettato dalle persone di tutte le età e di entrambi i sessi. Oltre ai fattori squisitamente estetici, bisogna poi pensare che in molti casi l'intervento è eseguito per motivi funzionali. Mi riferisco alla ptosi per la palpebra superiore e all'entropion ed ectropion, per la palpebra inferiore.
Se si vuole ottenere un aspetto giovanile, è importante “aprire l'occhio”, risultato che si può raggiungere associando al classico intervento di blefaroplastica estetica un intervento per il sollevamento del margine palpebrale. Per dare tonicità e dinamismo allo sguardo, è necessario che la palpebra inferiore non sia abbassata, per cui si devono correggere le anomalie di posizione del margine palpebrale inferiore. Tutte le considerazioni di cui sopra si condensano in un unico fine: rendere lo sguardo e l'aspetto più giovanile, riducendo nello stesso tempo i disturbi funzionali delle palpebre in relazione all'età del/la paziente.

Indagini preoperatorie

Prima dell'intervento, è importante effettuare una visita oculistica per controllare il visus e per escludere malattie oculari quali il glaucoma. Le indagini preoperatorie prevedono anche uno studio sulla posizione dei margini palpebrali, sulla funzionalità del muscolo elevatore della palpebra superiore, sulle possibili lesioni congiuntivali da introflessione di ciglia, sulla funzionalità lacrimale e sulla possibile secchezza corneale. La presenza o l'esclusione di tali elementi clinici è indispensabile per una corretta programmazione dell'intervento chirurgico.

Fattori di rischio

Le possibili complicanze dell'intervento di blefaroplastica, quali l'edema, le ecchimosi, sono prevenute con un attento studio preoperatorio delle condizioni del paziente e con la valutazione dei suoi esami preoperatori. Anche le condizioni psicologiche con cui è il/la paziente affronta l'intervento sono molto significative. La fiducia che il/la paziente ripone nell'operatore aiuta, infatti, a superare gli inevitabili disagi legati all'esecuzione di una procedura chirurgica. L'assistenza che fornisce l'Anestesista, anche negli interventi che si svolgono in anestesia locale, è essenziale nel prevenire sbalzi pressori durante la procedura chirurgica.
Naturalmente, tutti i rischi si attenuano con una procedura chirurgica precisa e attenta.
Va posto l'accento sull'importanza del decorso postoperatorio (vedi oltre). Il/la paziente va informato di ogni aspetto comportamentale da tenersi dopo un intervento chirurgico: sapere cosa fare, evita ogni ansia e migliora le condizioni generali.

Come si svolge l'intervento chirurgico

In relazione alle condizioni del paziente e al programma operatorio previsto, l'intervento può essere eseguito in anestesia locale o generale. Nella maggioranza dei casi si propende per l'anestesia locale, sempre con la presenza dell'Anestesista che controlla tutti i parametri vitali.
Nei casi in cui il/la paziente sia ansioso/a, è consigliabile fare un'anestesia assistita, in altre parole con l'Anestesista che utilizza farmaci ipnotici. Quando si devono eseguire interventi lunghi e complessi, il chirurgo stesso consiglia l'anestesia generale.

Terapia postoperatoria

Le prime ore postoperatorie sono estremamente importanti. Il/la paziente deve rimanere tranquillo, senza alcuna preoccupazione. Rimanere per alcune ore nella struttura di Day Hospital, con un impacco di ghiaccio secco sulla regione orbitaria, per 15' ogni ora, diminuisce l'edema e il dolore e il/la paziente non è soggetto a sbalzi pressori.
Una convalescenza di 24-48 ore è opportuna, continuando con le applicazioni ghiaccio e applicando gocce e unguenti oculari, in relazione all'intervento che è stato eseguito.
Se non ci sono controindicazioni, si prescrive una copertura antibiotica.
Nei giorni successivi all'intervento possono presentarsi delle ecchimosi nella regione palpebrale, che tendono a scomparire in una o due settimane. I punti di sutura sono poco visibili e comunque il/la paziente può mascherarli indossando un paio di occhiali da sole.
I punti di sutura vengono rimossi dopo una settimana.

Conclusioni

La blefaroplastica estetica è un intervento che ha subìto profonde modifiche negli ultimi anni, dal momento che, accanto alla dimensione puramente estetica, tende sempre di più a risolvere anche i problemi funzionali di solito associati.
In un passato recente, la blefaroplastica era richiesta da persone con motivazioni esclusivamente estetiche, mentre oggi coinvolge una fascia di utenza sempre più allargata, con pazienti anche della terza-quarta età. Molti pazienti, ignari forse della patologia funzionale che presentano, richiedono un intervento estetico, ma in realtà presentano disturbi funzionali, quali ptosi o entropion.
L'intervento, quindi, in relazione all'età dei pazienti, non si limita più alla rimozione dell'eccesso cutaneo e muscolare, ma è più complesso: per un risultato ottimale e durevole deve essere volto, necessariamente, a correggere le alterazioni funzionali, unitamente agli aspetti prettamente estetici.