Mastoplastica additiva: come scegliere la protesi ideale?

A cura della Redazione di MiaEstetica.it

MASTOPLASTICA ADDITIVA: COME SCEGLIERE LA PROTESI IDEALE?

Scopo dell'intervento di mastoplastica additiva è quello di creare un seno armonico e proporzionato con il resto del corpo. Non ha infatti senso voler a tutti i costi una quarta o una quinta se poi tali misure risultano abnormi o ridicole.
La scelta delle misure della protesi mammaria (volume, altezza, larghezza, proiezione) è quindi fondamentale.
Il bravo chirurgo deve valutare vari aspetti della paziente, ascoltandone le richieste e le motivazioni ma rifiutando, se necessario, le proposte esagerate (proprio per il bene e la salute della paziente stessa)..
Quasi tutte le donne si rivolgono al chirurgo con già in testa un'idea ben precisa del volume del seno (taglia di reggiseno) che vogliono avere, spesso senza tener in benché minimo conto delle caratteristiche del proprio torace e dei tessuti presenti.
La prima cosa da fare NON è la scelta della protesi, ma eseguire una serie di misurazioni corporee per capire quali protesi e quali volumi siano più adatti alle caratteristiche della singola paziente.
Vanno eseguite circa 20 misurazioni tra cui: altezza e peso della paziente, distanza del capezzolo dal giugulo e dal solco sottomammario, spessore dei tessuti, larghezza e altezza della ghiandola mammaria, diametro dell'areola, distensibilità dei tessuti……
Sulla base di queste il chirurgo propone dei volumi protesici compatibili con le caratteristiche anatomiche della paziente.
In linea generale l'ideale sarebbe utilizzare protesi il cui diametro non superi, o almeno superi di poco, quello del tessuto ghiandolare.
La scelta della via di accesso (periareolare, al solco) e la sede della tasca (sottoghiandolare o sottomuscolare) saranno anch'esse influenzate dalle precedenti misurazioni.
Nel caso di un'areola di diametro maggiore a 3 cm si potrà scegliere una incisione emiareolare.
La sede della tasca dipende dallo spessore dei tessuti presenti: se sufficientemente spessi (oltre 2,5 cm) è possibile optare per un posizionamento sottoghiandolare o sottofasciale, negli altri casi si proporrà un posizionamento sottomuscolare, un dual plane o uno splitting muscolare.
Nel caso di pazienti che presentino poco tessuto, è utile scegliere delle protesi più piccole associando un innesto di tessuto adiposo (lipofilling) allo scopo di nascondere i bordi delle protesi.
Si valuteranno inoltre la presenza ptosi (discesa dei tessuti mammari), di asimmetrie di forma e di volume tra le due mammelle (assai frequenti e spesso inavvertite) e la conformazione della gabbia toracica e della colonna vertebrale.
Molto utile per un apprezzamento del risultato finale è l'utilizzo delle protesi di prova di vari volumi che la paziente indosserà nel corso della visita specialistica.
E' questo un momento particolarmente importante: la paziente non solo ha la possibilità di valutare davanti ad uno specchio il possibile risultato finale ma viene essa stessa coinvolta e responsabilizzata nella scelta delle dimensioni della protesi.
Il chirurgo deve inoltre spiegare i rischi e le complicanze, il decorso post-operatorio, i vantaggi e svantaggi delle varie tipologie di protesi (rotonde o anatomiche) e le tecniche alternative.
Non tutte le mammelle sono uguali e ogni singolo caso differisce dagli altri.
E' quindi importantissimo avere l'esperienza e l'aggiornamento adeguati per porre le corrette indicazioni al singolo caso e proporre la giusta soluzione.