Blefaroplastica chirurgica e non ablativa a confronto
Gli inestetismi delle palpebre possono riguardare la cute, il muscolo orbicolare, le borse adipose e il solco lacrimale, essere isolati o combinati, essere legati all’invecchiamento, all’esposizione solare e alle abitudini di vita o legate a condizioni familiari. In quest’ultimo caso compaiono in giovane età e non ci sorprenderà sapere che una nostra amica si sia sottoposta al trattamento tra i 20 e i 30 anni! La blefaroplastica non ablativa è un trattamento da studio che sfrutta l’energia del plasma o della radiofrequenza, interagendo solo con gli strati più superficiali della pelle consentendo il miglioramento delle condizioni cliniche senza lasciare cicatrici. Prima del trattamento si applica una crema anestetica, a fine seduta ci saranno delle crosticine nella zona trattata (per circa 2-3 giorni) e, a distanza di 4-5 giorni, ci potrà essere un po’ di rossore. Il trattamento è indicato per i modesti eccessi cutanei della palpebra superiore, per le sottili rughe della palpebra inferiore, per le zampe di gallina perioculari e per il miglioramento della qualità della cute. La durata di una seduta è di circa 20 minuti e si possono effettuare 1 o più sedute a seconda delle condizioni cliniche. Il trattamento è sconsigliato in caso di evidenza del solco lacrimale, di alterazioni della colorazione della cute (occhiaie) o di un importante eccesso cutaneo. Per il solco lacrimale è consigliato l’intervento di blefaroplastica, il filler con acido ialuronico specifico o il trapianto di grasso. Per le occhiaie è consigliato il peeling, il laser o il nanofat grafting. Per l’eccesso cutaneo importante si consiglia la blefaroplastica chirurgica o se ci fosse un rifiuto categorico dell’intervento si potranno effettuare più sedute di blefaroplastica non ablativa accettando, però, un miglioramento della condizione clinica, ma non la risoluzione completa dell’eccesso cutaneo. La blefaroplastica chirurgica consente il miglioramento estetico-funzionale delle palpebre non limitato alla sola cute, ma anche al trattamento del muscolo orbicolare, delle borse adipose palpebrali e del solco lacrimale. L’intervento si esegue in regime ambulatoriale, in anestesia locale con eventuale lieve sedazione e la durata varia dai 30 minuti (solo palpebre superiori) all’ora e mezza (palpebre superiori ed inferiori). La blefaroplastica non consente di trattare le sottili rughe della palpebra inferiore, le alterazioni di colorazione della cute e non influisce sulla posizione del sopracciglio. Si dovrà sempre valutare la posizione del sopracciglio che, se abbassata, potrà essere migliorata con neuromodulatore, fili di sospensione o lifting del sopracciglio. Si consiglia di portare alla visita una foto del volto in primo piano di 10-20 anni prima per valutare l’evoluzione delle diverse regioni ed impostare il trattamento sul ripristino delle proprie caratteristiche anatomiche preesistenti. Dopo il trattamento un paio di occhiali da sole consentirà di tornare alla vita sociale. In conclusione, le due tecniche sono indicate per condizioni cliniche differenti. Per i casi di iniziale eccesso cutaneo moderato, o per la pelle rovinata dal sole, è indicata la blefaroplastica non ablativa; per i casi di inestetismi maggiori o riguardanti le borse adipose o il solco lacrimale è invece indicata la blefaroplastica chirurgica.
Dott. Francesco Lino